Questo provvedimento consentirà di riportare in vita alcune tratte storiche, risalenti alla fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, diventate famose per il loro splendore, tra ponti suggestivi e paesaggi incontaminati, ma poi dismesse per via della scarsa utilità commerciale e della mancanza di collegamenti efficienti con le città più abitate e visitate d’Italia.

La scelta strategica di rivalorizzare il patrimonio storico ferroviario asseconda una tendenza globale a fare tesoro di un passato spesso trascurato.

Il primo grande esempio è il parco sulla Highline di New York – recuperando reperti di archeologia industriale e trasformandoli in attrazioni capaci di conquistare una nuova generazione di viaggiatori, stregati dalle mete meno conosciute e dalla possibilità di fare una vacanza ecosostenibile.

La rinascita delle vecchie ferrovie favorirà dunque anche i comuni e i paesi toccati da queste tratte, che saranno oggetto di investimenti atti ad accogliere nuovi flussi di turisti. Le tratte coinvolte da questo provvedimento sono diciotto: la Sulmona-Castel di Sangro, Cosenza-San Giovanni in Fiore, Avellino-Lioni- Rocchetta Sant’Antonio, Sacile-Gemona, Palazzolo-Paratico, Castel di Sangro-Carpinone, Ceva-Ormea, Mandas-Arbatax, Isili-Sorgono, Sassari-Palau Marina, Macomer-Bosa, Alcantara-Randazzo, Castelvetrano-Porto Palo di Menfi, Agrigento-Porto Empedocle, Noto-Pachino, Asciano-Monte Antico, Civitavecchia-Capranica-Orte e Fano-Urbino. Per la realizzazione delle opere non sono ancora stati stanziati direttamente dei fondi; starà alle Regioni occuparsi dell’implementazione, in concerto con lo Stato.